Per parlarvi del fenomeno musicale House è necessario arretrare nel tempo di almeno una decina d'anni, quando i Dj da discoteca iniziarono a proporre un genere totalmente diverso e innovativo.
Si potrebbe dire che l'house è una derivazione della disco music.
Alla fine degli anni 70 quando il filone disco music si stava esaurendo e gli strumenti elettronici, quali campionatori e sintetizzatori entravano di prepotenza nella mondo della musica, i top DJ di New York e Chicago (come Larry Levan, Francois Kevorchian, David Morales e Frankie Knuckles) cambiavano stile musicale.
Proprio Frankie Knuckles, dj resident del Warehouse di Chicago, suonava sempre maggiormente pezzi di chiara influenza "seventies", ma decisamente molto più elettronici.
Un giorno mentre Knuckles con un amico andava verso l'autostrada, vide un bar dove c'era una scritta:
"Quì si suona house music".
Knuckles disse: "Cos'è?"
E l'amico: "Tutta la roba che suoni tu al Warehouse!"
E lui: "Davvero?"
E l'amico disse: "Tutti vanno al Warehouse nel weekend e questi ragazzi dicono che suonano la tua stessa musica".
Era il 1980-1981 con tutta probabilità il termine "house" fu coniato per la prima volta dal personale che lavorava all' "Imports Etc.", un negozio di dischi che aprì all'inizio degli anni ottanta e rapidamente si impose a Chicago come il più importante negozio al dettaglio di musica dance.
"Per caso iniziammo a contrassegnare le versioni del Warehouse "dischi house" - spiega Bret Wilcox il quale nel 1979 si era trasferito dallo Iowa a Chicago per ragioni musicali - "La mattina seguente al venerdì, dopo che Frankie suonava i dischi al locale, li contrassegnavamo, e i ragazzi che venivano al negozio chiedevano: 'ooh qual'era il disco che Frankie suonava l'altra sera?'
Ideata da un gruppo di appassionati che voleva divulgare il nuovo sound e allo stesso tempo fare un pò di soldi".
[fonte: Love Saves The Day
scritto da Tim Lawerence, 2003
edito in Italia da Key Note Multimedia]
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